Quando osservo il mare, lo fisso… mi faccio portar via dal suo essere calmo o in tempesta, dal suo allungarsi sulla spiaggia in un andare e venire… oppure dal suo perdersi all’orizzonte tra il cielo e le nuvole, tra il sole o il buio della notte…
I miei pensieri lo rincorrono e lo interrogano. I miei sentimenti e le mie domande ribalzano in un flusso emotivo o razionale, immediato e disperato, pensato oppure senza schemi… come le onde o la spuma o le correnti di sopra e di sotto, e la sabbia o le pietre che l’accolgono… e che lui sempre abbandona per poi tornare.
E nascono stati d’animo.
Duri e senza vita, come vecchie pietre e conchiglie, invecchiate dal sole e dalla salsedine. Oppure fragili e profumati come steli d’erba e sogni e desideri antichi. Nascono immagini e progetti e ricordi, vividi e colorati oppure tenui e malinconici. E il mare va e viene… Così il mare è l’orizzonte, è l’interlocutore, è il luogo dell’immersione e dell’emersione…
I sentimenti che emergono invece… i pensieri, le domande, i desideri, il dolore e i sogni che si infrangono, che vanno e che vengono… quelli li trovate in superficie, in forma di figure umane o di metafore materiche… ed è poesia ermetica di volti, corpi, tecniche pittoriche e…