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Molo di Terracina
Acrilico, collage di quotidiano, bitume liquido, Tela, 2022
TERRACINA Nella spiaggia c’era più movimento, ma il mare era sempre immobile, morto. Si vedevano delle vele arancioni al largo, e molti mosconi che si incrociavano vicino alla spiaggia. Lucià avrebbe avuto fantasia di prendersi un moscone, e andar al largo: però era solo, e non era buono a remare. Andò sul molo tutto smantellato e ancora pieno di squarci, nuotando nei punti dove gli squarci interrompevano, finché giunse in pizzo, sulla piccola rotonda. Si distese sulla pietra con la testa che sporgeva dall’orlo sul mare. (…) Dietro il molo si allungava la spiaggia, un arco che pareva senza fine, da una parte e dall’altra dell’orizzonte, battuto dal sole che lo scolpiva nell’aria coi suoi colori violenti. (…) Una distesa sterminata di piccoli monti, si diramava intorno fino a fondersi, lontano, nell’azzurro compatto e leggero. (…) Dal Circeo, a destra, confuso tra le nuvole, nuvola lui pure, distante, isolato, con le sue cime acute tutte tinte di cenere e azzurro fumo, già nel cerchio della spiaggia che staccandosi da quelle ombre di terra ferma appena distinta dal cielo, si precipitavano in una lunga curva, fino a passare davanti agli occhi, con le file dei capannoni abbandonati, e a spezzarsi a sinistra contro un promontorio monumentale – il mare riempiva lo spazio, piatto, luccicante e vivo. Ma da dietro il promontorio, che, tutta roccia, sormontato dai ruderi di un tempio, spingeva in avanti, contro la marea, un obelisco granitico alto un centinaio di metri, e largo una sessantina – solitario tra lo sperone e le acque – si slanciavano verso l’alto mare i monti dell’altro braccio del golfo. I monti di Gaeta e di Sperlonga, i monti allineati in catena, ondulati, del meridione, che filtravano l’orizzonte fino in suo cuore: una lontananza mesta, color ruggine, dove il grigio del cielo e del mare si mescolavano in bagliori trasognati. Il racconto “Terracina”, che inizialmente doveva far parte del romanzo Ragazzi di vita, fu pubblicato a puntate e con tagli sul quotidiano di Taranto “La Voce del Popolo” (7, 14, 21, 28 luglio e 4 agosto 1951) e poi nella sua interezza trovò spazio nelle Storie della città di Dio, raccolta di prose pasoliniane uscita postuma per Einaudi (a cura di Walter Siti) nel 1995. Oggi è leggibile anche nel volume Romanzi e racconti (vol. I, pp. 775-797) dei Meridiani Mondadori.
Informazioni generali
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Categoria: Pittura
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Eseguita il: settembre 2022
Informazioni tecniche
- Misure: 50 cm x 70 cm x 2 cm
- Tecnica: Acrilico, collage di quotidiano, bitume liquido
- Supporto: Tela
Informazioni sulla vendita
- Collezione: Italia, Roma. Collezione privata.
- Prezzo: € 800,00
- Disponibile: no
Informazioni Gigarte.com
- Codice GA: GA207725
- Archiviata il: 12/10/2023
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