Bruno danzando in blu

Grafite, carboncino acquerellato caffè e acrilico, Carta paglia, 2022

È UNA SPECIE DI DANZA …è una specie di danza, con delle cesure ritmiche ben precise (mi vengono in mente i Denka, che battono il piede con il tallone e che a loro volta mi avevano fatto venire in mente le danze greche come si immaginano leggendo i versi dei poeti). Lo fa appena appena, l’accenna, quel ritmo che percuote la terra coi talloni, muovendosi su e giù sulle ginocchia. (…) Una vocalità dovuta a un memoriel [sic] che congiunge in un continuo senza interruzione, il Ninetto di adesso a Pescasseroli, al Ninetto della Calabria area marginale e conservatrice della civiltà greca, al Ninetto pre-greco, puramente barbarico, che batte i piedi a terra come adesso i preistorici, nudi Denka nel basso Sudan. PIER PAOLO PASOLINI, Saggi sulla letteratura e sull’arte, Arnoldo Mondadori, Milano 1999, pp. 1331-1332. Pasolini, in un suo studio del 1966, fa rifermento alla danza di tripudio “orgiastico” che il sedicenne Ninetto Davoli aveva improvvisato al vedere la prima nevicata della sua vita in un piccolo borgo abruzzese, Pescasseroli. Danza o “saltelli di gioia” che Pasolini farà ripetere a Ninetto nel film Edipo re (1967) e nel sogno di Paradiso che frate Ninetto fa nella sceneggiatura di Uccellacci e uccellini (scena 41, non confluita nella pellicola). Cfr. ANDREA CERICA, “Un loro dio”. La poesia di Kavafis nel primo romanzo di Pasolini, Edizioni ETS, Pisa 2021, p. 25.

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